SEZIONE DI CATANIA-OSSERVATORIO ETNEO

La Sezione di Catania-Osservatorio Etneo è un'istituzione scientifica pubblica dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) che svolge attività di ricerca, monitoraggio e sorveglianza nei settori della geofisica e della vulcanologia. Questa Sezione dell'INGV è nata nel 2000 dalla fusione dell'Istituto Internazionale di Vulcanologia (IIV) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) di Catania e del Sistema Poseidon-Osservatorio geodinamico siciliano, a seguito del Decreto Legislativo n. 381 del 29 Settembre del 1999 che individua nell'INGV l'ente di riferimento per il monitoraggio e la sorveglianza sismica e vulcanica in Italia.

I primi passi furono mossi durante la seconda metà del XX secolo grazie ad un’idea di Alfred Rittmann (1893-1980) (link alla biografia) che ne promosse la nascita nel 1960 ad Helsinki, durante l’assemblea generale dell’AIV (Association Internationale de Vulcanologie, oggi conosciuta come IAVCEI). L’Istituto Internazionale di Ricerche Vulcanologiche (I.I.R.V.) ebbe sede a Catania nell’Istituto di Vulcanologia dell’Università di Catania: entrambi gli enti erano sotto la direzione dello stesso Rittmann. Grazie all’I.I.R.V. s’impresse un’apertura internazionale agli studi vulcanologici sull’Etna, testimonianza ne è un importante convegno internazionale sulle ignimbriti che si tenne a Catania nel 1961 (Fig.1).

Fig 1 sezione cataniaFig. 1. Foto scattata durante il convegno internazionale del 1961. Si riconoscono sulla sinistra: Alfred Rittmann, Salvatore Cucuzza (a sinistra di Rittmann), Carmelo Sturiale (a destra di Rittmann) e Violetta Gottini al centro. Per gentile concessione di Giovanni Sturiale. 

 

La realizzazione di questi nuovi istituti fu fortemente sostenuta da altri due importanti scienziati, Giorgio Marinelli (1922-1993) e Haroun Tazieff (1914-1998). Alla fine di quel decennio, questo ente si trasformò nel Laboratorio Internazionale per le Ricerche Vulcanologiche (LIRV) del CNR, sotto il patronato dell’UNESCO, costituito con decreto n. 1887 in data 16 maggio 1968 (Fig. 2). Dopo due anni, il LIRV si trasformerà nell’Istituto Internazionale di Vulcanologia (IIV), con decreto n. 2488 in data 30 giugno 1970.

Questo Istituto nasceva allo scopo di realizzare un’attività di ricerca nel campo della vulcanologia e della geofisica attraverso un approccio multidisciplinare e multiparametrico secondo quelle che erano le teorie di Rittmann, il fondatore dell’attuale metodo scientifico nel campo vulcanologico. Nello specifico, l’IIV svolgeva studi nei campi della vulcanologia, della geologia e della geofisica prevalentemente nell’area del Mediterraneo centrale, con particolare riferimento all’Etna e ai vulcani delle Isole Eolie, di Pantelleria e Linosa.

Fig 2 sezione catania

Fig. 2. Luglio 1969, Laboratorio Internazionale per le Ricerche Vulcanologiche (LIRV). Da sinistra a destra: Santonocito, Romolo Romano (ricercatore dell’IIV), Violetta Gottini (Università di Catania), Alfred Rittmann, Letterio Villari, futuro direttore dell’Istituto Internazionale di Vulcanologia (IIV), Taffara (Università di Catania). Per gentile concessione di Loredana Rittmann.

 

La direzione dell'IIV venne assunta, a far data dalla sua costituzione e fino al 1977, da Giorgio Marinelli (Università di Pisa), da Letterio Villari (Università di Messina - link alla biografia) fino al 1985 (Fig. 2) e in seguito da Giuseppe Luongo (Università di Napoli) e poi da Roberto Santacroce (Università di Pisa) fino al 1991 quando Letterio Villari riprese l’incarico di direttore che mantenne fino al 1999.

L’IIV realizzò un fondamentale contribuito alla crescita e allo sviluppo delle attività di ricerca e di monitoraggio dell’Etna e delle isole Eolie, favorendo lo scambio con ricercatori stranieri ed attivando un primo nucleo di sorveglianza geofisica e vulcanologica; adoperandosi per la diffusione delle conoscenze vulcanologiche e la formazione delle competenze in questo settore delle Scienze della Terra, anche attraverso lo sviluppo di strumenti scientifici mirati alla difesa e salvaguardia delle popolazioni esposte al rischio vulcanico.

Sempre a Catania nel 1999 nacque il Sistema Poseidon, grazie ad un accordo tra il Governo nazionale e quello regionale siciliano, finalizzato alle attività di monitoraggio e sorveglianza sismica e vulcanica della Sicilia orientale la cui direzione fu affidata a Letterio Villari. Questa brevissima esperienza si concluse nel corso del 2000 quando le funzioni di questo ente furono assorbite dalla Sezione di Catania dell’INGV.

A partire dal 2001 la Sezione di Catania prosegue le attività di ricerca multidisciplinari sui vulcani siciliani rappresentano un punto di riferimento per la comunità scientifica sia nazionale che internazionale continuando così a portare avanti e a sviluppare l’esperienza scientifica iniziata nel 1968 con l’istituzione del LIVR. Unitamente all’attività di ricerca il servizio di monitoraggio e sorveglianza sismica e vulcanica del territorio siciliano, svolto a supporto degli organi di Protezione Civile, è in continuo aggiornamento e sviluppo. In particolare, tale servizio è fornito 24 ore su 24, attraverso le funzioni della sala operativa della Sezione di Catania-Osservatorio Etneo che comunica in tempo reale al Dipartimento della Protezione Civile Nazionale e regionale gli eventi sismici e vulcanici, fornendo i potenziali scenari di pericolosità.

Oltre alla sede principale di Piazza Roma a Catania, fanno parte della Sezione di Catania-Osservatorio Etneo una serie di strutture distaccate fra cui il centro unificato acquisizione dati (CUAD), annesso presso i locali di Nesima del Comune di Catania, la sede di Nicolosi ospitata presso i locali dell’omonimo comune e il centro divulgativo presso l’isola di Stromboli. Infine, afferiscono anche due importanti strutture storiche: l’Osservatorio Geofisico di Lipari e l’Osservatorio di Pizzi Deneri localizzato nell’alto versante settentrionale dell’Etna.

 

Bibliografia

D. Musumeci, S. Branca and L. Ingaliso, Magmatological Tectonics. Alfred Rittmann’s paradigm, «Earth Sciences History», 2021, 40, 1, pp. 266-281.