A caccia delle faglie sottomarine dell’Etna

Nell’ambito del progetto tedesco MAPACT-ETNA (Monitoring and Mapping Active Deformation offshore Mount Etna) alla fine di agosto, è stata realizzata una campagna oceanografica durante la quale sono state installate delle stazioni di misura continua dei movimenti del fondale ionico ai piedi del vulcano, utilizzando il nuovissimo vascello di ricerca tedesco “Sonne”. Questa attività segue la campagna batimetrica eseguita a febbraio-marzo 2020 dal vascello “Alkor” della GEOMAR, sempre in collaborazione con INGV.

SonneIl progetto ha il fine di studiare i movimenti del versante sommerso dell’Etna, caratterizzare meglio la dinamica di questo fianco, i fattori che lo controllano e la sua geometria. La ricerca iniziata qualche anno fa in collaborazione tra GEOMAR (centro di ricerche oceanografiche tedesco) e INGV, ha identificato il movimento di faglia al largo delle pendici sud-orientali dell’Etna, dimostrando che la faglia di Acitrezza e il movimento del fianco orientale del vulcano si prolungano in mare per molti chilometri oltre la linea di costa, forse fino alla piana abissale ionica.

Il nuovo studio si baserà sui dati raccolti con i nuovi sensori geodetici per il controllo di precisione del lento movimento del suolo, posizionati a cavallo della faglia alla luce dei risultati dello studio precedente, con l’aggiunta di nuovi sensori per la registrazione della sismicità locale eventualmente generata da tale movimento.

 

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