Vulcano


Il cono attivo di Vulcano (cono della Fossa) con il cratere storicamente attivo, che si trova a pochi passi dal paese di Vulcano Porto, visto dall'orlo della Caldera della Fossa. Si nota la lingua di lava riolitica conosciuta come "Pietre Cotte" che, traboccando dall'orlo craterico, si è arrestata appena raggiunta la base del cono, durante un'eruzione nel 1739. Inoltre è ben visibile, sul versante più basso del cono, il deposito piroclastico grigio scuro dell'ultima eruzione, nel 1888-1890. Foto ripresa il 2 ottobre 1996 da Boris Behncke

Numero di catalogo: 0101-05= (Smithsonian Institution, Global Volcanism Program)
Altezza sopra il livello del mare: 500 m
Ubicazione: 38.404°N, 14.962°E
Superficie totale: 21 chilometri quadrati (isola di Vulcano)

 

Vulcano, origine del termine oggi applicato per tutti i vulcani nel mondo, è la più meridionale delle Isole Eolie. La sua frequente attività nell'epoca classica ha ispirato i greci di supporre che il Dio di Fuoco, Efesto, lavorasse nella sua forgia all'interno del cono attivo, ora conosciuto come "cono della Fossa".

L'isola di Vulcano consiste in tre diversi edifici vulcanici, parzialmente distrutti da collassi calderici. La parte meridionale dell'isola è costituita dal "vulcano Primordiale", troncato dalla caldera del Piano. Verso nord si trova l'edificio di Lentia-Mastro Minico, che è stato largamente distrutto dal collasso della caldera della Fossa, circa 14 mila anni fa. Questa caldera contiene il cono della Fossa, formatosi negli ultimi 5500 anni. La parte più settentrionale dell'isola è la penisola di Vulcanello, la cui formazione comincia con un'eruzione sottomarina nel 2° sec. a.C., portando alla nascita di un'isola nello stretto fra Vulcano e Lipari. Le ripetute eruzioni di questa nuova isola la fanno crescere, e nel medioevo essa si unisce all'isola di Vulcano. L'ultima eruzione di Vulcanello risale al XVI secolo.

Negli ultimi secoli, invece, l'attività si è concentrata al cratere della Fossa. Un ciclo eruttivo importante ha inizio nel 1727, e nel 1739 viene emessa la colata riolitica di "Pietre Cotte", la più recente attività effusiva di Vulcano. Durante i 150 anni consecutivi, si registra un'attività esplosiva sporadica, che culmina nell'ultima eruzione di Vulcano, che si svolge fra il 2 Agosto 1888 ed il 22 Marzo 1890. Questa eruzione è l'evento tipo che ha portato all'introduzione del termine di attività "vulcaniana", caratterizzata da distinte esplosioni molto forti, che emettono frammenti di lava in stato quasi solido. Sono famose le numerose grandi bombe "a crosta di pane" che furono lanciate fino alla zona ora occupata dal paese di Vulcano Porto. Essendo allora disabitata la zona, non ci furono nè vittime umane nè danni materiali di grandi proporzioni, anche se la ricaduta di materiale piroclastico e le onde di choc causate dalle più forti esplosioni hanno causato danni ad edifici sull'isola vicina di Lipari.

Dalla fine dell'ultima eruzione, Vulcano si trova in uno stato di quiete eruttiva, ma questo "sonno" è a volte disturbato da crisi di attività sismica e aumenti nelle emissioni e temperature fumaroliche, la più recente cominciatasi nel 1985. Ciò sottolinea il grande rischio che correrebbe soprattutto il villaggio di Vulcano Porto, ubicato immediatamente alla base del cono della Fossa, in caso di una ripresa dell'attività eruttiva. 

 

Vulcano

Attività fumarolica nella parte settentrionale del cratere (Fossa Grande) di Vulcano, 6 novembre 1990, durante una fase di agitazione geofisica e di emissioni gassose insolitamente intense. Foto di Boris Behncke

 

Vulcano_sulfur_400

Depositi di zolfo nell'area fumarolica sull'orlo settentrionale del cratere della Fossa di Vulcano, 1995

 

Il fianco nord orientale di Vulcanello, dovuto all'erosione marina, mostra una bella sezione stratigrafica attraverso il cono piroclastico formatosi entro il 2° secolo a.C. e il periodo medievale. Foto ripresa nell'estate del 2002

 

Evoluzione geologica di Vulcano

L’isola di Vulcano, terza per dimensioni (22 km2), è la più meridionale dell’arcipelago, e dista non più di 20 km dalla costa settentrionale della Sicilia. Come tutte le altre isole, consiste interamente di rocce vulcaniche ed insieme con Stromboli, è l’unica che presenti ancora un’attività vulcanica. 
Dall’ultima eruzione, nel 1888-1890, Vulcano è entrato in uno stato di diffusa attività fumarolica, visibile sulla spiaggia di Porto di Levante e sul cratere della Fossa di Vulcano, accompagnata da terremoti e da rigonfiamenti dei fianchi del cono. L’eruzione del 1888-1890 ha presentato delle caratteristiche peculiari che hanno giustificato l’introduzione dell’espressione eruzione vulcaniana per classificare tutte le eruzioni con caratteristiche similari (Mercalli , 1907). 
L’isola, che s’innalza per più di 600 metri da una profondità di più di 1000 m (Gabbianelli et al. 1991), sorge, insieme con Lipari e Salina, lungo una struttura litosferica ribassata, orientata NNO-SSE, formatasi per i movimenti distensivi avvenuti negli ultimi 200 ka, responsabili anche dello sprofondamento del basamento ercinico (Barberi et al. 1994). Inoltre, la presenza della faglia trascorrente destra "Tindari-Letojanni" (Ghisetti , 1979, Gasparini et al. 1985 e Fabbri et al. 1980), potrebbe essere la responsabile dei principali collassi strutturali avvenuti a Vulcano.

L’attività magmatica subaerea è iniziata circa 120 ka fa, alla fine dell’ultima oscillazione del livello del mare, alternando fasi di emissione magmatica a collassi vulcano-tettonici e generando, in questo modo, una complessa ed articolata morfologia. La prima carta geologica è di Keller (1980b), poi seguita da numerosi lavori di dettaglio finalizzati alla ricostruzione di alcune particolari sequenze eruttive sull’isola (Frazzetta et al. 1983, De Astis et al. 1989 e Gurrieri et al. 1991). Grazie a questi lavori è stato possibile identificare 6 periodi di attività sull’isola:

Periodo I - L’attività di Vulcano Primordiale è iniziata 113 ka fa (De Astis et al. 1989 e Frazzetta et al. 1983) (datazioni K/Ar), con emissioni di lave tipo "aa" intercalate a scorie che hanno formato un vasto apparato centrale, i cui prodotti affiorano oggi lungo le coste occidentali, orientali e meridionali. La sua forma, allungata in direzione NW - SE, potrebbe essere stata causata dalla progressiva migrazione dei centri eruttivi lungo questa direzione. Sui versanti orientali del vulcano, i processi erosivi hanno portato alla luce sciami di dicchi con direzione radiale; solo alcuni di essi, tuttavia, appartengono a questo periodo. I collassi che si sono verificati hanno formato una caldera quasi perfettamente circolare (Caldera del Piano) troncata nella sua porzione settentrionale.

Periodo II - La seconda fase d'attività, è iniziata 98 - 78 ka fa da numerosi coni di scorie (M. Rosso, M. Molineddo, La Sommata, Piano Luccia) edificatisi all’interno della caldera, lungo faglie circolari esterne (circa 50 - 20 ka fa - Gelso, Quadrara, Spiaggia Lunga).

Periodo III - Nel terzo periodo di attività magmatica, circa 15 - 14 ka fa, si è formato il complesso di Lentia-Mastro Minico, i cui resti sono costituiti essenzialmente da cupole laviche esogene e colate molto viscose. Le vulcaniti che affiorano lungo le alte coste nord-occidentali sono attraversate dalle faglie circolari che si sono formate quando la struttura centrale dell’apparato è collassato, formando la Caldera della Fossa.

Periodo IV - L’attività vulcanica è ripresa nuovamente all’interno della nuova depressione (Caldera della Fossa) fra 15 e 8 ka fa, con l’emissione di colate piroclastiche e colate di lava da vari centri periferici, alcuni dei quali localizzabili in mare aperto (Tufi di Grotte dei Rossi). Le lave basiche del Monte Saraceno (il picco più alto dell’isola) chiudono questa fase di attività.

Periodo V - Circa 5.5 ka fa, nella nuova caldera, si è formato il grosso e tozzo cono de La Fossa, costituito da piroclastiti e lave viscose, alcune delle quali sono state emesse dal cono parassita di Forgia Vecchia (1727 d.C.). Dopo la crisi recente terminata nel 1995 e l’innalzamento delle temperature dei gas oltre i 700° C, il cratere è tornato alla normale attività fumarolica di media temperatura e qualche terremoto strumentale.

Periodo VI - L’ultimo apparato vulcanico è quello dì Vulcanello, formatosi come una piccola isola forse nel 183 a.C. e successivamente collegato a Vulcano da un istmo sabbioso. È formato da tre o quattro centri d'emissione allineati in direzione ENE-WSW che hanno emesso sottili colate di lava alcalina e scarsa attività freatomagmatica. La piattaforma lavica di Vulcanello, tagliata da un sistema di faglie con direzione NW-SE e N-S. L’ultima eruzione è avvenuta nel XVI secolo d.C. con l’emissione della lava trachitica della Valle del Roveto. Alle prime fasi di Vulcanello si fa risalire anche la formazione del Faraglione di Vulcano Porto, un blocco di lave e piroclastiti completamente fumarolizzato.

Proprio sotto al paese di Vulcano Porto e lungo tutto l’istmo che collega Vulcano a Vulcanello, è possibile notare la presenza di manifestazioni termali (fumarole e fanghi caldi).

L'attività di Vulcano

Caratteristiche dell’ultima attività eruttiva del cratere “La Fossa”

  • Esplosioni vulcaniane violente ed improvvise, con litici pesanti varie tonnellate scagliati ad oltre 1 km di distanza dal cratere;
  • Veloci flussi piroclastici;
  • Viscosi flussi lavici ricchi di ossidiana.

Caratteristiche del più recente evento eruttivo a “Vulcanello”

  • Esplosioni di bassa energia (da “spattering” ad attività stromboliana);
  • Occasionali esplosioni idrotermali (”surge” piroclastici);
  • Flussi lavici basaltici.

Rischio vulcanico

L’area urbana di Vulcano Porto è minacciata da possibili eruzioni: sia effusive da Vulcanello, sia esplosive da “La Fossa”, i cui prodotti piroclastici possono raggiungere facilmente le case del villaggio. Attualmente il rischio principale è rappresentato dal rilascio di gas tossici (CO, CO2, H2S, HNO, SO2) che risalgono attraverso numerose fratture del suolo poste in prossimità delle case. Per questo motivo questo tipo di attività è continuamente monitorata.

Bibliografia

  • Barberi F., Gandino A., Gioncada A., La Torre P., Sbrana A. and Zenucchini C. (1994): The deep structure of the Eolian arc (Filicudi-Panarea-Vulcano sector) in light of gravity, magnetic and volcanological data. Journal of Volcanology and Geothermal Research, 61, 189-206.
  • De Astis G., Frazzetta G. and La Volpe L. (1989): I depositi di riempimento della Caldera del Piano e i depositi della Lentia. Bollettino G.N.V., 1989 (2), 763-778.
  • Fabbri A., Ghisetti F. and Vezzani L. (1980): The Peloritani-Calabria range and the Gioia basin in the Calabrian arc (Southern Italy): relationships between land and marine data. Geologica Romana, 19, 131-150.
  • Frazzetta G., La Volpe L. and Sheridan M.F. (1983): Evolution of the Fossa cone. Journal of Volcanology and Geothermal Research, 17, 329-360.
  • Gabbianelli G., Romagnoli C., Rossi P.L., Calanchi N. and Lucchini F. (1991): Submarine morphology and tectonics of Vulcano (Aeolian Islands, Southern Tyrrhenian Sea). Acta Vulcanologica, 1, 135-141.
  • Gasparini C., Iannaccone G. and Scarpa R. (1985): Fault-plane solutions and seismicity of the Italian peninsula. Tectonophysics, 117, 59-78.
  • Ghisetti F. (1979): Relazioni tra strutture e fasi trascorrenti e distensive lungo i sistemi Messina-Fiumefreddo, Tindari-Letojanni e Alia-Malvagna (Sicilia nord-orientale): uno studio microtettonico. Geologica Romana, 18, 23-58.
  • Gurrieri S., Donati G., Russo S., Ioppolo S., Maccarrone E. and Stagno F. (1991): Studio petrologico di piroclastiti del ciclo recente della Fossa e di Vulcanello (Isola di Vulcano, Isole Eolie, Italia). Memorie della Società Geologica Italiana, 10, 281-307.
  • Keller J.(1980): The island of Vulcano. Rendiconti Società Italiana di Mineralogia e Petrologia, 36 (1), 369-414.
  • Mercalli G. (1907): I vulcani attivi della Terra. 119 pp., Hoepli, U., Milan.