Stromboli

Lo Stromboli (lato nord) visto dal mare, giugno 1997. A sinistra si vede l'abitato di Stromboli. I crateri attivi, che si trovano circa 200 m al di sotto della cima, con emissione di vapore. Foto di Boris Behncke

Numero di catalogo: 0101-04= (Smithsonian Institution, Global Volcanism Program)
Altezza sopra il livello del mare: 924 m
Ubicazione: 38.789°N, 15.213°E
Superficie totale: 12.6 chilometri quadrati (isola di Stromboli)

Lo Stromboli, uno dei pochi vulcani sulla terra in attività quasi continua, costituisce la più settentrionale delle sette Isole Eolie. Il suo edificio si alza più di 920 metri sopra il livello del mare, ma la sua base si trova a una profondità di circa 2000 metri sotto il livello del mare.

Diversamente da quanto possa sembrare quando si vede lo Stromboli a distanza, questo vulcano è molto complesso, rispecchiando la sua storia, che è caratterizzata dalla crescita e successiva distruzione di una serie di edifici vulcanici. La vita di ciascuno di tali edifici sembra terminare con un collasso di settore, cioè una voluminosa frana di roccia, che lascia una enorme nicchia (o un anfiteatro) di collasso. Dopo il collasso più recente, circa 5000 anni fa, un nuovo edificio ha cominciato a costruirsi all'interno dell'ultima nicchia di collasso, che è conosciuto come "Stromboli attuale", il cui versante attivo costituisce la Sciara del Fuoco. I crateri sommitali di questo edificio si trovano ad una quota di 750 m circa, cioè più di 100 metri al di sotto del punto più alto del vulcano. Immediatamente sopra l'area craterica (anche conosciuta come "terrazza craterica") si erge il Pizzo sopra la Fossa, destinazione di molti visitatori che permette una vista spettacolare verso l'interno dei crateri.

Da diversi decenni, si sono potuti distinguere tre crateri principali attivi, uno nell'estremità nord-est dell'area craterica, uno al centro, ed il terzo nella parte sud-ovest. Ognuno di questi crateri contiene diverse bocche eruttive, la cui quantità (e le cui dimensioni) variano a seconda i livelli dell'attività eruttiva. In periodi di attività più intensa, il numero di bocche in attività può essere fino a 10.

I crateri attivi sono luogo di un'attività persistente, in corso da diversi secoli, che normalmente consiste in piccole esplosioni ben separate tra loro, con lanci di frammenti di lava incandescente e variabili quantità di cenere fino a qualche decina o centinaio di metri sopra le bocche. Le esplosioni al solito durano qualche secondo o decina di secondi, e sono ben separate tra loro, con intervalli che possono variare fra un minuto e diverse ore. Tale attività viene chiamata "stromboliana". Durante i periodi di attività più accentuata, alcune bocche producono un'attività di lancio di brandelli lavici quasi continua ("spattering"), che raramente possono portare alla formazione di piccole colate di lava intracrateriche, come alla fine di agosto 2009 e il 7 gennaio 2010.

Eruzioni con emissione di colate laviche (trabocchi dai crateri o apertura di nuove bocche effusive fuori dai crateri) avvengono ad intervalli irregolari (mediamente una o due volte per decennio) e portano alla temporanea cessazione dell'attività stromboliana persistente ai crateri sommitali. Le colate possono raggiungere il mare, dove si formano delta lavici che al solito vengono rapidamente erosi dall'azione del mare. Tali effusioni possono avere durate fra pochi giorni e molti mesi (eruzione 2002-2003: 206 giorni). L'inizio di un'effusione lavica spesso è accompagnato da forte attività esplosiva ai crateri sommitali.

Il fenomeno più pericoloso nell'attività dello Stromboli sono esplosioni più grandi rispetto all'abituale attività stromboliana, cosiddetti "parossismi". Molti di questi eventi lanciano bombe e blocchi di dimensioni plurimetriche nell'area sommitale (il Pizzo sopra la Fossa). Durante i parossismi più forti, la ricaduta di materiale piroclastico incandescente può causare incendi nella vegetazione sulle pendii esterne del vulcano. I parossismi più forti negli ultimi 100 anni sono stati quelli del 1919, 1930, 2003, 2007 e quelli del 3 luglio e 28 agosto 2019. 

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Tipica attività "stromboliana" vista di notte, con le traiettorie dei frammenti incandescenti visibili come strisce paraboliche rosse e gialle. Foto presa in luglio 2002 da Boris Behncke

 

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Inizio di un'eruzione effusiva dello Stromboli, 27 febbraio 2007. Si distinguono due colate laviche che raggiungono il mare alla base della Sciara del Fuoco, formando nubi di vapore bianco al contatto con l'acqua. Sono inoltre visibili delle nubi marroni, causate da frane sul ripido pendio della Sciara del Fuoco. Foto di Sonia Calvari

 

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Esplosione "vulcaniana" dello Stromboli, 5 aprile 2003, vista dall'elicottero della Protezione Civile. Tali esplosioni possono avvenire in periodi di attività persistente "normale", ma anche durante le eruzioni effusive. Esse rappresentano il più grande pericolo sia per gli abitati sull'isola che per i visitatori del vulcano. Foto di Sonia Calvari

 

Evoluzione geologica di Stromboli

Stromboli ha una superficie di 12.2 km2, si eleva fino ai 924 m s.l.m. di Vancori, partendo dal basamento metamorfico posto ad una profondità di circa 2000 m. La sua morfologia, ricordata anche dall’antico nome greco "Strongyle" che significa rotonda, è molto semplice, costituendo il prodotto del susseguirsi di vari cicli vulcanici di uno stesso edificio centrale. Stromboli, in realtà, ha una forma leggermente allungata in direzione NE, verso l’isolotto di Strombolicchio, un neck eccentrico posto a circa due km dall’isola principale (Rosi, 1980). Sul versante settentrionale è presente una struttura di collasso chiamata Sciara del Fuoco riconoscibile fino ad una profondità di circa 1700 m sotto il livello marino (Romagnoli et al. 1993). Questa struttura raccoglie i materiali piroclastici e lavici eruttati dai crateri sommitali.

L’attività visibile più antica (circa 200 ka) si trova a Strombolicchio (Gillot e Keller, 1993), mentre quella di Stromboli è più giovane di circa 100.000 anni. L’attività attuale è legata a tre bocche poste su una terrazza alla quota di 750 m s.l.m. a NO di Pizzo sopra la Fossa. L’attività tipica è quella stromboliana, con rare effusioni laviche e sporadiche colate piroclastiche, lahar e nubi ardenti (Barberi et al. 1993).

La geologia dell’isola è stata oggetto di numerosi studi finalizzati alla ricostruzione spazio-temporale degli eventi vulcanici (Rosi, 1980, Francalanci et al. 1986, Francalanci et al. 1989, Hornig-Kjarsgaard et al. 1993, Gillot e Keller , 1993, Keller et al. 1993 e Pasquarè et al. 1993). Vari autori concordano nel dividere l’attività dell’isola in cinque periodi principali: Strombolicchio, Paleostromboli, Vancori, Neostromboli e Stromboli Recente 

Periodo I - É rappresentato dalle vulcaniti del neck di Strombolicchio alto 49 m, datato 204 ka (Gillot e Keller, 1993) e costituito da dicchi, brecce e lave.

Periodo II - Comprende i prodotti più antichi dell’isola di Stromboli (Paleostromboli I) che hanno formato uno stratocono alto circa 400 m; la sua attività è iniziata circa 85 ka fa nel settore meridionale dell’isola, con l’emissione di colate laviche e piroclastiti da ricaduta, freatomagmatiche e lahar. Il ciclo è stato chiuso da un collasso calderico (64 ka).

Periodo III - Paleostromboli II ha iniziato la sua attività nella stessa area di Paleostromboli I, circa 64 ka (datazioni K/Ar Gillot e Keller, 1993) riempiendo la caldera formatasi al termine di Paleostromboli I, con le lave basiche e le scorie dell’unità di Rina Inferiore (Hornig-Kjarsgaard et al. 1993) e con le successive lave e scorie dell’Omo dove è facile rinvenire xenoliti magmatici e quarzosi.

Periodo IV - Paleostromboli III riprende i caratteri marcatamente più esplosivi di Paleostromboli I, con l’emissione (circa 35 ka) delle piroclastiti del Vallone di Rina e di quelle di Malo Passo e poi di colate laviche (Hornig, 1984). La sequenza è terminata con la messa in posto delle Piroclastiti di Cavoni e delle brecce esplosive del centro di Malo Passo.

Periodo V - Nel settore nordorientale dell’isola, in discordanza angolare con i prodotti di Paleostromboli I e II, sono state messe in posto le piroclastiti di Scari (Hornig-Kjarsgaard et al. 1993), un complesso piroclastico con intercalate piccole colate laviche, ricollegabile ad un centro esterno al più grande Paleostromboli. La presenza all’interno della serie di Scari del marker regionale chiamato " Ischia Layer", una cinerite ocra ricollegabile, probabilmente, all’eruzione del Tufo Verde del M. Epomeo sull’isola di Ischia (Morche, 1988), lo fa ritenere coevo rispetto (35 ka fa). La sequenza stratigrafica è chiusa da depositi freatomagmatici poggianti su coltri lapillose.

Periodo VI - Alla fine dell’attività di Paleostromboli III, una grande caldera sommitale occupava l’area craterica (Rosi, 1980). Circa 26 ka fa, le lave basiche del centro di Vancori, hanno iniziato a fluire all’interno della depressione, riempiendola parzialmente, a causa del perdurare dei processi di subsidenza. Le ultime lave emesse, hanno ricoperto tutta l’area sommitale e oggi affiorano presso i Vancori e presso Frontone; e, costituiscono la cima dell’attuale vulcano (924 m s.l.m.). Un nuovo evento vulcano-tettonico ha interessato successivamente l’edificio, innescando un collasso dell’intera porzione occidentale e settentrionale del vulcano, accompagnato dall’emissione della breccia di Frontone.

Periodo VII - Leggermente al di sotto della cima di Vancori, si è formato, circa 13 ka fa, il cono di Neostromboli. L’attività di questo centro ha prodotto effusioni laviche su tutto il fianco occidentale (Vallonazzo, Timpone del Fuoco, Nel Cannestrà, Punta Labronzo).

Periodo VIII - Circa 6 ka fa, dopo un grande collasso che ha interessato il fianco occidentale formando la Sciara del Fuoco, è iniziata l’attività della Sciara, o Stromboli Attuale; una serie di dicchi affioranti lungo le rimanenze dei depositi del Neostromboli segnalano le linee di debolezza strutturale lungo le quali il magma è andato ad infiltrarsi. I prodotti sono rappresentati dalle lave del centro periferico di S. Bartolo, dalle cineriti del cono di Pizzo sopra La Fossa (918 m), dalle lave della Fossetta e dalle lave e piroclastiti della Sciara.

L'attività di Stromboli

Attività eruttiva

  • Esplosioni di modesta energia ogni 25-35 minuti, con espulsione di bombe, ceneri e lapilli che ricadono attorno all’area craterica (attività persistente);
  • Violente ed improvvise esplosioni, con espulsione di materiale incandescente che ricade sulla porzione sommitale dell’isola;
  • Più raramente, violentissime esplosioni con espulsione di materiale incandescente e litici che ricadono in aree molto vaste, fino a danneggiare i due villaggi dell’isola, accompagnate occasionalmente da flussi piroclastici;
  • Flussi lavici originati dai crateri sommitali, che discendono le pareti della Sciara del Fuoco.

Rischio vulcanico

I numerosi turisti che visitano l’area craterica corrono un serio rischio poiché non è possibile determinare in anticipo l’intensità e la direzione delle esplosioni, nè l’area di ricaduta dei prodotti esplosivi.
Meno frequentemente, gli ejecta eruttati dagli eventi parossistici possono colpire le case dei due villaggi, che possono anche venire parzialmente sommersi da onde di maremoto generate da frane della Sciara del Fuoco.

Bibliografia

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  • Francalanci, L., Manetti P. and Peccerillo A. (1986): Evoluzione vulcanologica e magmatologica dell’isola di Stromboli. Bollettino G.N.V., 1986, 261-282.
  • Francalanci, L., Manetti P. and Peccerillo A (1989): Volcanological and magmatological evolution of Stromboli volcano (aeolian Islands): the role of fractional crystallization, magma mixing, crustal contamination and source heterogeneity. Bulletin of Volcanology, 51, 355-378.
  • Gillot, P.Y. and Keller J. (1993): Age dating of Stromboli. Acta Vulcanologica, 3, 69-77.
  • Hornig, I. (1984): Vulkanologische Kartierung von West-Stromboli (Äolische Inseln/Italien). Laurea thesis, University of Freiburg.
  • Hornig-Kjarsgaard, I., Keller J., Koberski U., Stadlbauer E., Francalanci L. and Lenhart R. (1993): Geology, stratigraphy and volcanological evolution of the island of Stromboli, Aeolian arc, Italy. Acta Vulcanologica, 3, 21-68.
  • Keller, J., Hornig-Kjarsgaard I., Koberski U., Stadlbauer E., Francalanci L. and Lenhart R. (1993): Geological Map of the Island of Stromboli. Acta Vulcanologica.
  • Morche, W. (1988): Tephrochronologie der Äolischen Inseln. Laurea thesis, University of Freiburg.
  • Pasquarè, G., Francalanci L., Garduno V.H. and Tibaldi A. (1993): Structure and geologic evolution of the Stromboli volcano, Aeolian Islands, Italy. Acta Vulcanologica, 3, 79-89.
  • Romagnoli, C., Kokelaar P., Rossi P.L. and Sodi A. (1993): The submarine extension of Sciara del Fuoco feature (Stromboli isl.): morphologic characterization. Acta Vulcanologica, 3, 91-98.
  • Rosi, M. (1980): The island of Stromboli. Rendiconti della Società Italiana di Mineralogia e Petrologia, 36, 345-368.