Nuovi strumenti ad integrazione dello studio delle faglie dell’Etna
Per studiare la connessione tra le deformazioni registrate sul fondo marino (https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/feart.2022.810790/full - https://www.science.org/doi/10.1126/sciadv.aat9700) e quelle che si osservano sulla parte emessa del vulcano, il progetto PRE-COLLAPSE della GEOMAR Helmholtz Centre for Ocean Research di Kiel, in collaborazione anche con l’INGV – Osservatorio Etneo di Catania, si propone di dettagliare il più possibile la dinamica che caratterizza il fianco sud-orientale dell’Etna da sopra a sotto il livello del mare con quante più osservazioni possibile. In quest’ottica di studio multidisciplinare e integrato, poche settimane fa si è proceduto all’installazione di due creepmeters sulla faglia di Macchia, nei pressi di Carruba e San Leonardello. Questi strumenti sono delle barre estensibili, interrate a pochi metri di profondità a cavallo della faglia, con le due estremità ancorate ai due blocchi opposti della faglia stessa. In tal modo, essi sono capaci di registrare con estrema precisione ogni piccolo movimento, sismico o asismico, che avviene nel tempo sulla struttura.
Un sistema simile è operativo e gestito da diversi anni dall’Osservatorio Etneo su due porzioni della faglia di Trecastagni (https://doi.org/10.1016/j.jvolgeores.2012.05.001), basato su due estensimetri, stesso principio ma con un cavo invece di una barra rigida.
Con questa nuova installazione sulla faglia di Macchia aumenta quindi il dettaglio dell’osservazione, primo fondamentale passo per la successiva e più precisa interpretazione dei fenomeni complessi quali quelli vulcano-tettonici, verso una sempre migliore comprensione della dinamica di questo come di tutti i vulcani, anche per una sempre migliore gestione e prevenzione dei rischi connessi.
Link alla descrizione sul sito del progetto PRE-COLLAPSE (in inglese): https://www.pre-collapse.eu/blog/detecting-ground-deformation-across-the-shore-at-etnas-unstable-southeastern-flank?s=08